Daisuki: l’intrattenimento giapponese ha scoperto Internet

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L’industria dell’intrattenimento giapponese sembra essere un po’ indietro se paragonata alla scena internazionale, dove servizi di streaming quali Netflix e Amazon Prime Video sono molto popolari e ricevono sottoscrizioni senza sosta (le azioni Netflix hanno avuto un notevole rialzo grazie al numero di utenti dall’inizio dell’anno). Ma sembra che qualcosa stia cambiando e che anche in Giappone i tempi siano maturati, come riportato da Shin Unozawa, parte di Bandai Entertainment nel 1981, nonché uno degli amministratori del CESA (Computer Entertainment Supplier’s Association) e co-presentatore al Tokyo Game Show.

COME COMBATTERE LA PIRATERIA IN GIAPPONE?

Attualmente Unozawa ricopre anche la carica di amministratore delegato dell’Anime Consortium Japan (ACJ) – una corporazione composta da diversi partner lanciata lo scorso novembre, con uno scopo ben preciso: localizzare e consolidare lo streaming digitale di contenuti originali giapponesi.

I componenti dell’ACJ sono di prima scelta: il produttore e gigante dell’advertising Toei, Sunrise, TMS, Aniplex, Asatsu-DK, Nihon Ad System e Dentsu hanno unito le forze con Bandai Namco Holdings e il fondo economico sponsorizzato dal governo Cool Japan Fund. Il loro obbiettivo primario è quello di combattere la pirateria e creare la prima piattaforma nippocentrica che offrirà intrattenimento in streaming e un sito e-commerce. Il nome del progetto, ambizioso e atteso da fin troppo tempo, è Daisuki.

Il logo di Daisuki

Il logo di Daisuki

Da metà degli anni 2000, da quando internet a banda larga è diventato accessibile a livello globale, i consumatori hanno iniziato a consumare anime online. I produttori giapponesi però o hanno completamente ignorato internet, facendo invece affidamento ai gruppi fedeli di Otaku presenti sul territorio nipponico, oppure hanno sempre visto internet come una minaccia, una ammasso di materiale piratato, difficile da controllare e senza la possibilità di trarne vantaggio.

E mentre il Giappone non prendeva una decisione al riguardo, giocatori internazionali hanno iniziato la loro partita. Tra i più grandi troviamo Hulu, e i sopracitati Netflix e Amazon che iniziarono a comprare licenze di anime a poco prezzo, prodotti che sono indirizzati ad un mercato globale di giovani. I venditori di DVD hanno chiuso i battenti, altri come Funimation e Viz Media invece hanno incrementato le loro capacità di streaming e i loro cataloghi online.

E il progetto più interessante, dovuto al successo che ha ottenuto, è decisamente Crunchyroll, un sito pirata di anime gestito da fan divenuto legale nel 2009, anno in cui hanno iniziato ad ammassare licenze e sottoscritti molto velocemente.

Naruto Shippuden, uno degli anime più seguiti su Crunchyroll

Naruto Shippuden, uno degli anime più seguiti su Crunchyroll

L’investimento del 2013 ad opera di Chernin Group, fondato dal magnate di Hollywood Peter Chernin, sta ripagando di ogni dollaro speso. Lo staff di Cruncyroll ha infatti duplicato la sua presenza nel centro di San Francisco, espanso l’ufficio a Tokyo, e sviluppato due canali di contenuti indipendenti, oltre alla co-produzione del suo manga online, Hypersonic Music Club. La cosa più interessante è che il sito rappresenta il quinto servizio più grande degli stati Uniti per numero di abbonati.

IL GIAPPONE E IL NUOVO AMORE PER INTERNET

Allora cos’è che ha fermato il Giappone ad entrare in un’industria così proficua? E perché sta abbracciando il modello di streaming adesso?

Unozawa cita una correlazione di fattori. Innanzitutto una riduzione della popolazione giovanile giapponese con pochi fondi a disposizione ha portato il settore interno dei DVD a diminuire, e l’industria ha finalmente realizzato e accettato la cosa. Il problema della pirateria non è solo divenuto intollerabile, ma ha anche contribuito ad ingenti perdite, portando ad una riduzione dei profitti domestici e internazionali tramite download su smartphone e tablet.

Inoltre secondo Unozawa c’è stato un grande cambiamento nei produttori di anime negli ultimi due anni.

Una generazione sta passando la mano ad un’altra. Molte persone che sono a capo della produzione stanno contando i loro giorni prima della pensione. Vogliono lasciare un’eredità dietro di loro”.

Una foto da AnimeJapan 2015

Nuove opportunità e alleanze si sono formate grazie a questo approccio più positivo dell’industria, un esempio è l’AnimeJapan nato dalla partecipazione di Tokyo Anime Fair e Anime Contents Expo. Inoltre ha aiutato il progetto “Manga-Anime Guardians Project”, uno sforzo congiunto tra industria e governo per combattere la pirateria, supportato tra gli altri da Shogakukan, Tezuka Productions e il famosissimo Studio Ghibli.

All’inizio molti veterani dell’industria si sono sentiti minacciati dal supporto offerto dal governo, vedendolo come una limitazione piuttosto che come un’opportunità di crescita.

Ma grazie all’approvazione di Cool Japan Fund nel 2013, il suo settore amministrativo J-LOP si è dimostrato un sistema ben strutturato che aiuta produttori e artisti, i quali vogliono raggiungere una popolazione più ampia ben al di là dei confini giapponesi.

Aldnoah Zero, uno degli anime presenti su Daisuki

Aldnoah Zero, uno degli anime presenti su Daisuki

L’ALBA DI DAISUKI

All’inizio di questo mese, Daisuki, la piattaforma di ACJ, ha iniziato a trasmettere in streaming sei serie in simultanea ad un pubblico globale offrendo sottotitoli in diverse lingue. Così come fatto da Cruncyroll, che sta espandendo l’offerta delle lingue disponibili, anche i piani per Daisuki sembrano puntare alla collaborazione e coproduzione di contenuti con gli studios e artisti locali per espandersi verso i confini extraterritoriali.

Il Giappone quindi dopo diversi tentativi di rifiuto di Internet, sembra ora invece abbracciare la tecnologia e sfruttarla per poter sconfiggere la pirateria e creare una piattaforma giapponese in grado di confrontarsi con competitori piuttosto grandi dell’industria dell’intrattenimento. Per capire come andrà a finire non bisogna far altro che aspettare e vedere come questo primo progetto totalmente giapponese, Daisuki, si posizionerà in un mercato globale altamente competitivo.

E voi siete iscritti a qualche servizio di streaming? Utilizzereste Daisuki?

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Ha una laurea in Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell'Asia Orientale e un master in marketing. Ha sviluppato un interesse per il digital marketing e l'e-commerce. Dopo 10 anni a Londra e un passaporto blu dopo, si trasferisce a Parigi a fine del 2021 per gestire a livello europeo due brand online per la multinazionale del lusso LVMH.

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