Prime Day After: ma ne valeva la pena?

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Le aspettative intorno al Prime Day erano alte, anzi altissime.

Amazon si era spinta molto in là, proclamando che l’evento sarebbe stato un punto centrale per quanto riguarda le vendite annuali e che anzi avrebbe sorpassato in quanto a importanza anche il famigerato Black Friday.

PRIME DAY: CHI È CONTENTO

Prendendo le due affermazioni alla lettera non si può certo dire che Amazon non abbia mantenuto fede agli impegni: gli ordini effettuati mercoledì 15 luglio infatti sono stati superiori a quelli del 27 novembre 2014, data dell’ultimo Black Friday (che cade il quarto venerdì di novembre).

Il Vice Presidente di Amazon Prime Greg Greeley ha annunciato che gli ordini sono stati consistenti, con “decine di migliaia di Fire TV Sticks, 35,000 set Blu-Ray de Il Signore degli Anelli e 3,000 dispositivi Echo venduti in 15 minuti”, senza contare le 1,200 TV al prezzo di 999 dollari vendute in 10 minuti sul sito americano.

Tutti contenti quindi? Quasi.

Come Amazon sponsorizzava il proprio Prime Day

Come Amazon sponsorizzava il proprio Prime Day

CHI È RIMASTO DELUSO

La sensazione infatti è che i deals, gli affari proposti da Amazon, siano stati di qualità molto inferiore rispetto a quanto ci si sarebbe aspettati ai nastri di partenza (anche se i nomi dei prodotti erano stati annunciati già il martedì). L’hashtag #PrimeDayFail ha iniziato a serpeggiare su Twitter dando cosi voce a tutti gli insoddisfatti che a conti fatti si sarebbero aspettati di più.

Tra i tweet più simpatici c’è sicuramente quello di Dana Weiss, che ha scritto:

Grazie Amazon per ricordare a noi tutti che esiste un giorno più deludente del lunedì

MA PER CHI ERA IL PRIME DAY?

Effettivamente la sensazione è che Amazon abbia cercato di liberarsi di alcuni prodotti di cui non riusciva a disfarsi, piuttosto che proporre ai propri clienti merce di prima qualità a prezzi vantaggiosi. Ha senso infatti spacciare per affare dell’anno giochi per PC a prezzi comunque superiori ai 20 euro, in un’era dove la pirateria regna sovrana?

Il Prime Day era stato in realtà pensato per accattivarsi nuovi clienti che avrebbero cosi dovuto abbonarsi al servizio. Da questo punto di vista il numero dei nuovi abbonati rappresenta il vero ago della bilancia tra il successo e l’insuccesso dell’iniziativa: peccato che questi sono dati che non conosceremo mai.

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Managing editor ed Editor-in-Chief del sito. Ha una laurea in Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell'Asia Orientale (Università Ca Foscari) e un Master in International Publishing (London City University). Vive a Londra, dove lavora come SEO copywriter e data analyst.

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