Sio: “YouTube? Come la fermata dell’autobus…”

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Due settimane fa abbiamo pubblicato la prima parte di una interessantissima chiacchierata fatta con Sio (aka Simone Albrigi), autore crossmediatico a tuttotondo. In questi quattordici giorni tuttavia è successo di tutto. Dieci giorni fa infatti è uscito in edicola Scottecs Megazine, prima rivista di Sio e pubblicata da Shockdom. Il successo, manco a dirlo, è stato colossale. Dopo poche ore la casa editrice è stata (piacevolmente) costretta a ristampare 30mila copie del volume, e i social media pullulavano di fan disperati per non essere riusciti a mettere le mani sull’agognata rivista.

Tutto questo ci serve come introduzione per la seconda parte dell’intervista, che si concentra sulla “digitalità” di Sio. Un uomo il cui canale YouTube ha 700mila iscritti, la sua pagina Facebook 385mila. Un piccolo impero digitale, che Sio sa come amministrare e far fruttare.

1. Lo scorso novembre hai lanciato una campagna crowdfunding su Eppela per finanziare Super Cane Magic Zero, il tuo primo videogioco. La campagna è stata un grande successo e hai abbondantemente superato i tuoi obiettivi iniziali. Avendone avuto esperienza diretta, cosa ne pensi ora del crowdfunding? Quali sono i pro e i contro di questo sistema?

Che è un ottimo sistema per sondare la potenzialità di un progetto prima che questo venga messo in produzione. Permette inoltre di creare subito una community attorno alla cosa, in questo caso al videogioco, informata e appassionata. Però bisogna sempre stare attenti a non promettere cose irrealistiche e fare i conti bene, altrimenti si rischia di lavorare gratis o di perdere dei soldi alla fine della produzione di tutti i reward.

Visto il successo di Scottecs Megazine, Sio ha tutte le ragioni per essere così allegro

Visto il successo di Scottecs Megazine, Sio ha tutte le ragioni per essere così allegro

2. Hai mai finanziato qualcosa in crowdfunding prima di Super Cane Magic Zero?

Certo, almeno una decina di volte. Tra le altre cose, il film Dude Bro Party Massacre 3 dei 5secondfilms e un museo/laboratorio di videogiochi a Los Angeles, il LA Game Space. Per me è un modo di acquistare come un altro, solo più appassionante perché sai che stai contribuendo all’esistenza stessa di quel determinato progetto.

3. Sio e YouTube: punto di arrivo o trampolino di lancio?

Nessuno dei due: diciamo fermata dell’autobus a cui scendo ogni giorno. È importante per me per due motivi: mi da la possibilità di sperimentare con linguaggi diversi dal fumetto (musica e video) e mi permette di avere una grossa vetrina per mostrare i miei lavori. Ma non voglio rimanga la mia unica dimensione.

4. A cavallo degli anni Ottanta e Novanta i webcomics hanno aperto le porte a una nuova era per i fumetti. Penso a Witches and Stitches di Eric Millikin, Kevin and Kell di Bill Holbrook e l’iconico What’s New with Phil & Dixie di Phil Foglio. Da allora il successo di questa forma d’arte è cresciuto a dismisura, fino ad arrivare a te. Dal tuo punto di vista, quali sono le caratteristiche per un webcomic di successo?

La più importante di tutte è la costanza. Se si pubblica senza regolarità, la gente si dimentica di controllare e dopo un paio di volte che vede il vostro sito senza un fumetto nuovo non controlla più e avete perso un lettore. Poi è importante avere una presenza su multipli social network: ognuno ha il proprio preferito (conosco gente che non sono mai su Facebook ma costantemente su Tumblr). Inoltre sembra funzionino meglio i fumetti autoconclusivi, piuttosto che una storia con una pagina aggiornata ogni giovedì. Bisogna progettare il fumetto per il medium specifico che si andrà a sfruttare. Non si può fare una graphic novel pensata come un libro online e aspettarsi lo stesso risultato di tavole autoconclusive o strisce.

A volte la vita di un fumettista può essere crudele

A volte la vita di un fumettista può essere crudele

5. Lavorare online vuol dire avere un rapporto diretto coi fan (nel tuo caso “lettori” sarebbe un termine troppo restrittivo). Quale importanza hanno i feedback nel tuo modo di lavorare? Sono i fan quelli che si adattano al tuo gusto o tu ad adeguarti al loro?

Apprezzo molto i feedback e ne tengo sempre conto. Detto questo, non modificano minimamente il mio modo di lavorare o contenuti delle mie opere. Non modifico quello che mi piace fare per fare contente “più persone”, altrimenti scontenterei tutti cambiando la natura di ciò che faccio. Se piace a me, bene. Se piace a te, ottimo, ma se non ti piace va bene lo stesso. Domani comunque continuo a farlo.

6. Quanto è importante per un autore avere una forte presenza digitale? Ti senti più John Green o Alan Moore?

Diciamo che non voglio rinchiudermi in una caverna a fare incantesimi magici e a lanciare anatemi contro Before Watchmen (anche se su quello un po’ di ragione ce l’aveva). Ma non voglio nemmeno che la gente inizi a parlare di me troppo: io voglio che piacciano le mie cose, non mi interessa diventare un personaggio (anche per questo non uso più la mia faccia su Youtube, anche se ormai è tardi). Detto questo, una presenza online e digitale, nel 2015, è quasi necessaria se si vuole fare l’autore di cose buffe per lavoro.

About Author

Managing editor ed Editor-in-Chief del sito. Ha una laurea in Lingue e istituzioni economiche e giuridiche dell'Asia Orientale (Università Ca Foscari) e un Master in International Publishing (London City University). Vive a Londra, dove lavora come SEO copywriter e data analyst.

2 Comments

  1. Non sono del tutto d’accordo solo sulla parte relativa al feedback dei lettori, quello dei miei all’epoca fu fondamentale per farmi capire che dovevo smetterla con il metafumetto, ma è anche vero che le due situazioni non sono paragonabili, io ero agli inizi e andavo un po’ a casaccio.

  2. Andrea Bettoncelli on

    Buonasera @Vaz, grazie per il commento!
    Ti dirò, apprezzo molto l’onestà intellettuale e professionale di Sio che sceglie di portare avanti la sua comicità nonostante tutto. Ormai lo seguo da 7-8 anni e il suo tratto è sempre lo stesso, mi piace. Dovesse basarsi soltanto su quello che dicono i fan allora finirebbe per disegnare quello che vogliono altre persone, e non più qualcosa di suo. Però sono anche d’accordo con te quando dici che a volte avere feedback schietti e onesti possa essere determinante. Alla fine penso che una via di mezzo sia la tattica più efficace in questi casi.

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