Uno dei piaceri più grandi per un lettore è quello di girovagare senza meta né fine tra gli scaffali di una libreria. Più grande la libreria, più grande il piacere e più grande anche il fastidio del malcapitato accompagnatore che dovrà aspettare che il lettore abbia esaminato e commentato ogni libro che il negozio offre, dai classici ai ricettari. Se poi c’è un fine per quella capatina in libreria, l’impresa del lettore può essere paragonata solo al viaggio di Ulisse verso la sua Itaca, impresa abilmente descritta da Italo Calvino nell’introduzione del suo Se una notte d’inverno un viaggiatore.
LIBRERIE MODERNE
Eppure le librerie di oggi non sono più un paradiso per soli lettori. Se la parola d’ordine della contemporaneità è “varietà”, le librerie, come ogni negozio, hanno abbracciato pienamente il concetto e offrono una varietà di prodotti che va oltre la sola carta stampata: dvd, cd, videogiochi, gadget, articoli di cartoleria. E ancora console, videocamere, macchine fotografiche, tablet e gli immancabili e-reader con tutti gli accessori che ne conseguono (cover, astucci, pellicole protettive, cavi, memory card, ecc). Ma qualcosa sta cambiando e, come spesso si è rivelato giusto nell’epoca post rivoluzione digitale, per andare avanti bisogna tornare indietro.
Così Indigo, la più importante catena di libreria del Canada, ha deciso di riprogettare i propri negozi per riportare l’attenzione sui libri e la lettura. Certo è che oggi le vendite di prodotti diversi dai libri corrispondono al 30% delle vendite totali della compagnia e sono in crescita. Una mossa del genere potrebbe rivelarsi un passo falso per l’azienda canadese, ma potrebbe anche essere l’inizio del ritorno a un concetto di libreria come luogo in cui si entra per controllare le ultime uscite dei nostri autori preferiti, non per comprare cover per i cellulari.
POTREBBE FUNZIONARE IN ITALIA?
L’Italia, si sa, non è una nazione di lettori, con buona pace dei frequentatori dei gruppi letterari di Facebook, che non se ne capacitano visto che loro e i loro amici leggono in media 3/4 libri al mese. Secondo i dati Istat, nel 2014 il 58% degli italiani non ha letto neanche un libro in tutto l’anno, nonostante la crescita degli e-book. Con questi dati, ci posizioniamo agli ultimi posti tra i paesi europei. Eppure, come nota la dottoressa Camilla Addey dell’Università dell’East Anglia, bisogna considerare un aspetto culturale quando si parla delle abitudini di lettura dei vari popoli.
“Una società individualista è più portata a considerare la lettura sotto una luce positiva, rispetto a una costruita su principi collettivi. Una riflessione sul perché c’è un’abitudine più forte alla lettura in Inghilterra rispetto all’Italia dovrebbe tenere in considerazione che rispetto agli inglesi, gli italiani tendono a convergere in attività di gruppo come il cucinare e mangiare insieme, discutere di politica, guardare la televisione in locali pubblici, passeggiare avanti e indietro sulla via principale e cosi via.”
Oltre a questo aspetto del tutto sociale, tra gli altri motivi annoverati ci sono la tradizione religiosa, il clima mediterraneo (21 gradi e pioggia incessante a Luglio non ti invogliano proprio a scorrazzare per i locali con gli amici, ma sembrano passarti un libro e una tazza di tè), la relativamente recente crescita dell’istruzione secondaria e il ruolo delle biblioteche.
Poi si sa, c’è il fenomeno di Internet e dei Social Network che sono riusciti a rendere sociali e condivisibili anche esperienze individuali come la lettura. E infatti troviamo la percentuale più alta di lettori nella fascia di età che va tra gli 11 e i 19 anni, quella generazione di nativi digitali che usa più social network di ogni genere.
Ma tornando al discorso delle librerie, certo tutte queste informazioni valgono una riflessione, e se da un lato la varietà della merce attira più gente dentro il negozio, dall’altra è anche vero che potrebbe distrarre il cliente dal motivo principale per cui è entrato in quel negozio: cercare un libro. Se poi consideriamo che è mille volte più facile trovare la cover per i-Phone della tua squadra preferita che Il Signore degli Anelli (decidetevi: va nella sezione adulti o nella sezione bambini?), ci rendiamo conto che forse riprogettare le nostre librerie non è poi una cattiva idea.
Fonti:
Addey Camilla (2008), Readers and Non-Readers: A Cross-Cultural Study in Italy and the UK. New York: Legas.
Rapporto Istat Libri e Lettura 2014