Ciao cari lettori! Questa settimana voglio condividere con voi la traduzione di un articolo pubblicato qualche mese fa sul New Worker Magazine. Personalmente adoro questo giornale online, è il modo migliore per tenersi aggiornati sul mondo del coworking (oltre che leggere questo blog ovviamente!). In particolare, in questo post dal titolo “What is coworking? How to explain” l’autrice Diana McLare offre simpatiche risposte alla domanda “Ma alla fine, cos’è il coworking?”. Sono sicura che tutti voi, sia che lavoriate alla gestione di uno spazio di coworking, o che lavoriate in uno spazio si coworking, avrete risposto centinaia di volte a questa domanda, e non tutti sono stati soddisfatti della risposta che avete dato.
In qualche modo è come se dobbiate “giustificare” il fatto che lavoriate in uno posto divertente, dove i vostri colleghi in realtà non sono veri e propri colleghi, dove spesso si mangia, si ride e si scherza e dove alle volte c’è confusione, ma alla fine lavori meglio che quando si lavora da casa. Per esempio, mia nonna deve ancora capire che lavoro faccio e ogni volta che torno a casa in Italia mi pone sempre la stessa domanda. Vediamo quindi queste simpatiche risposte, adatte ad ogni situazione.

Se stai parlando con uno sconosciuto: “è un luogo dove ognuno lavora sulle proprie cose, ma insieme, fianco a fianco”.
Se lo stai spiegando a dei bambini: “è un po’ come andare a scuola: può essere difficile, ma può anche essere divertente se trovi buoni amici…e delle altalene”.
Se lo stai spiegando al tuo peggior nemico: ” lavoro in un spazio dove il venerdì si fa l’aperitivo insieme e dove c’è una sala relax. A cosa assomiglia invece quel cubicolo dove lavori tu?”.
Se lo stai spiegando ad un uomo d’affari: “è la possibilità di avere la libertà di lavorare da casa, i servizi di un vero ufficio, al quale si aggiunge un ambiente socievole e un senso di comunità”.
Se lo spieghi ad un libero professionista: “è un luogo dove si lavora insieme e ci si parla gli uni con gli altri, invece che lavorare da soli e parlare al proprio gatto”.
Se stai parlando con qualcuno che lavora già in uno spazio di coworking: “é fantistico” “Vero? Hai ragione!”.

Se lo stai spiegando a qualcuno che lavora in un semplice ufficio condiviso: “ho le stesse tue cose, con la differenza che posso parlare con le persone che si trovano al mio fianco e mi diverto…ah e probabilmente pago meno”.
Se lo stai spiegando a qualcuno che proprio non capisce: ” è un po’ come un abbonamento in palestra, ma invece che i tapis roulant hai un ufficio bellissimo e invece che lavorare sul tuo corpo, lavori sul tuo business”.
Se lo stai spiegando a tua mamma: “invece che campeggiare in un bar con Internet o stare da solo a casa, ora lavoro in un ambiente stimolante, pieno di persone che lavorano come me, quindi ho una comunità che mi supporta e mi diverto di più a lavorare”.
Se lo stai spiegando al tuo capo: “mi renderà un lavoratore migliore. E, no, non passerò il mio tempo su un’amaca o a giocare a ping pong…”.
Se stai parlando con una persona che ha davvero bisogno di uscire da casa sua: “vieni e lavora con noi”.
Se stai parlando con un amante del caffè o del tè: prova con “bevo caffè e tè tutto il giorno, ed è gratis!”.
Se continui a spiegarlo di continuo: “è decisamente meglio di qualsiasi altra alternativa”.

Le mie definizioni?
Per mia mamma: “lavoro in uno posto dove ogni giorno ho nuovi colleghi, dove uno dei miei compiti è quello di rendere le persone felici e produttive e dove se un giorno ho la luna storta posso rinchiudermi in una stanza dove c’è un’amaca e un calcetto. No mamma, non ti preoccupare, prima o poi tornerò in Italia, ci sono tanti coworking anche laggiù”.
Per mia nonna: “pensa a quando lavori a maglia da sola a casa sul divano, non sarebbe più divertente se ti trovassi con le tue amiche e insieme lavoraste a nuovi modelli che da sola non riesci a fare?”.
Per i miei amici (che pensano che il mio lavoro consista solo nell’organizzare pranzi, aperitivi e tornei di calcetto): “in uno spazio di coworking una comunità non si crea da sola, tra i miei compiti c’è anche quello di stimolare le relazioni tra i membri, quindi si, organizzo momenti di svago, ma i social media, gli eventi, l’amministrazione ecc sono come quelli delle altre azienda e non si gestiscono da soli”.
Vi sono piaciute? Ora tocca a voi! Aspetto un tweet @LaSaz con le vostre definizioni più fantasiose 🙂