Nello scorso post ci siamo conosciuti e vi ho introdotto il tema di questo blog, ovvero il fantasmagorico mondo del self-publishing. Se da bravi avventurieri del web state leggendo questo secondo articolo allora vuol dire che l’argomento vi stuzzica e volete saperne di più.
Molto bene dunque, direi che è il momento di iniziare la nostra avventura nel settore dell’autopubblicazione e cosa c’è di meglio se non un bel riassuntino dei migliori motivi per cui dovreste gettarvi anima e core nel self-publishing?
1 – CON IL SELF-PUBLISHING TI PUOI AUTOGESTIRE
Questo è senza dubbio uno dei punti più ovvi. L’autore che si autopubblica infatti può scrive quando vuole e quanto vuole. Non ha scadenze da seguire a tutti i costi, né un tot di parole che deve inviare prima di sera a qualcuno affinché le controlli. Si tratta di un bel vantaggio, perché permette di “stare rilassati” ed evitare di doversi nascondere dalle chiamate del proprio editore che vuole sapere come sta procedendo il lavoro.
Non fatevi ingannare però, per il Bravo Autore è fondamentale avere un piano da seguire e un certo numero di battute/frasi/pagine da battere ogni giorno. Haruki Murakami ad esempio era solito scrivere i suoi primi romanzi ogni notte, dopo il lavoro, investendo qualche ora con costanza adamantina nello scarabocchiare qualche riga.
Non c’è bisogno di strafare, non ha senso volere scrivere un romanzo dal giorno alla notte. La costanza è un’arma essenziale per qualunque scrittore, figuratevi per chi vuole autopubblicarsi e quindi sa che tutto dipende da quello che farà lui.

2 – UN UOMO SOLO AL COMANDO
Oppure una donna, non facciamo discriminazioni! Il bello di autopubblicarsi è che potete avere una libertà creativa pressoché totale sui vostri contenuti. Nessuno vi dirà cosa modificare, nessuno vi imporrà di cambiare nomi ai vostri personaggi o di togliere un determinato riferimento perché “scomodo”.
Tagliare il cosiddetto middle man, ovvero la persona che unisce voi e il vostro prodotto al lettore, è da un lato un rischio, dall’altro invece rappresenta un’auto-investitura di responsabilità. Potete scrivere quello che volete senza che nessuno che intralci i vostri piani e la vostra trama, ma questo significa anche che la qualità finale del prodotto dipende solo da voi.
Attraverso il self-publishing insomma, in un modo o nell’altro quando il libro vedrà la luce avrete la certezza che sarà davvero vostro e di nessun altro.
3- LA COPERTINA È MIA E LA GESTISCO IO
L’autore è – da che mondo e mondo – la persona incaricata di scrivere il libro. Se decide di pubblicare un proprio testo passando per una casa editrice allora l’autore sa che potrà contare sull’esperta manovalanza che si occupa delle illustrazioni e del design.
Per fare un esempio estremamente concreto, quando bisogna pubblicare un libro qualcuno deve anche pensare alla copertina. Si tratta di un compito delicatissimo, in quanto la copertina (o cover, per gli anglofili) rappresenta spesso il primo punti di impatto tra il lettore e il libro.
Quante volte vi è capitato di scegliere un libro solo perché la sua copertina vi aveva rapito in un modo che non ammette repliche?

4 – TUTTI I SOLDI VANNO ALL’AUTORE
La differenza con la pubblicazione tradizionale è anche in questo caso impietosa. Chi pubblica attraverso una casa editrice infatti contrae un contratto che prevede o il pagamento di una somma di denaro o l’assegnazione di una serie di royalties, ovvero il diritto di ricevere una percentuale dei guadagni sulle vendite del libro.
Se mi permettete di utilizzare una metafora molto poco originale, possiamo dire che attraverso la pubblicazione tradizionale l’autore si prende solo una piccola fetta della torta dei guadagni. Questo non vuole assolutamente dire che i soldi che l’editore si tiene siano immeritati, anzi, perché per pubblicare un libro attraverso il sistema canonica c’è bisogno del lavoro di un grande numero di persone che – attraverso le loro abilità e competenze molto settoriali – portano un progetto dalla fase teorica a quella concreta.
Attraverso il self-publishing tuttavia l’autore è in grado di tenere per sé tutti i profitti che riesce a generare. Si tratta di un ottimo vantaggio, d’altronde la soddisfazione nell’essere l’unico che “si mangia la torta” è molto allettante. I soldi guadagnati vanno comunque reinvestiti, per tenere viva la macchina del self-publishing… ma di questo parleremo un’altra volta.
APPUNTAMENTO TRA 15 GIORNI
Appuntamento tra due settimane quindi, per parlare insieme di quali sono gli svantaggi del self-publishing (ai quali cercheremo anche di trovare una soluzione)!
Nel frattempo fatemi sapere se pensate che mi sia sfuggito qualcuno dei punti fondamentali per cui pubblicare in self-publishing sia meglio che attraverso una casa editrice, mi raccomando.
2 Comments
Bravo Andrea. Ho letto con piacere il primo post e questo. Articoli semplici e succinti che vanno al punto, proprio come piacciono a me. Ho diffuso attraverso la mia piattaforma. Continua così, aspetto la prossima puntata!
Troppo buono, Michele! Mi fa piacere tu la pensi così, era esattamente il genere di taglio che speravo di dare al mio post. Grazie mille per la tua opinione (nonché per la condivisione eheh), e mi raccomando fammi sapere se la pensi diversamente da me, se credi mi sia dimenticato qualcosa o se ritieni ci siano argomenti che vadano trattati a tutti i costi in futuro. Un saluto!