I droni Amazon sono stati al centro di molte discussioni in quest’ultimo anno. Da parte di tutti c’è stato un generale senso di curiosità, verso una tipologia di consegna prodotti che sulla carta potrebbe diventare comune in futuro. Alcuni invece si erano mostrati scettici, pensando che alla fine questa trovata fosse più pubblicità che effettivo business.
LE DIFFICOLTA’ DEI DRONI AMAZON

A essere scontento del servizio tuttavia sembra essere… Jeff Bezos stesso. O meglio, a detta di Amazon il servizio funziona alla grande. Il problema è che non c’è ancora stato modo di testarlo sul campo. In una lettera indirizzata alla Federal Aviation Administration (FAA), Paul Misener, vicepresidente della compagnia per la public policy, ha espresso dichiarazioni molto forti, sostenendo che “senza l’approvazione per i nostri test negli Stati Uniti, saremo costretti a continuare l’espansione del nostro sistema Prime Air R&D all’estero“.
Facciamo un passo indietro. Lo scorso luglio, Amazon aveva chiesto il permesso di far volare i propri droni in un’area vicina ai propri laboratori a Seattle. Sono passati 5 mesi, e nessuno dalla Federal Aviation Administration ha fatto sapere qualcosa al colosso dell’e-commerce. Tuttavia, va notato come il governo avesse effettivamente messo a disposizione sei luoghi dove svolgere i test per i droni: non ritenendoli adeguati però, Amazon ha declinato l’offerta, passando invece al contrattacco.

EUROPA, TERRA PROMESSA
Se negli Stati Uniti ci sono meno di 10 operatori licenziati per l’utilizzo di droni a fini commerciali, in Europa il numero sale fino a diverse migliaia. Da questo punto di vista sembra piuttosto naturale che Amazon scelga di fare i propri test in un territorio in cui non solo il brand è molto forte, ma che è anche in grado di offrire un’expertise nel campo dei droni che negli Stati Uniti apparentemente ancora manca. A meno che questa minaccia non nasconda un ritardo nella progettazione dei dispositivi, oppure la possibilità che tutto il discorso droni non fosse altro che un tentativo di farsi pubblicità, e che quindi ora prendersela con la FAA rappresenti una comoda scappatoia.
Riusciranno i droni a diventare un sistema di trasporto merci sostenibile ed efficace? I consumatori sono pronti per questo tipo di servizio, oppure ci sarà bisogno di qualche anno prima che il mercato sia maturo al punto giusto?