Amazon ha annunciato ieri quali sono stati i risultati finanziari fatti registrare nel primo trimestre del 2015.
In un comunicato stampa sul proprio sito, la compagnia di Jeff Bezos ha visto un aumento del 47 percento per quanto riguarda l’operating cash flow (flusso di cassa operativo), andando a toccare i $7,84 miliardi (l’anno scorso la cifra si era fermata a $5,35 miliardi). Buona crescita anche per quanto riguarda il free cash flow, che è passato dai $1,49 miliardi dell’anno scorso ai $3,16 miliardi di quest’anno.
Le vendite nette sono aumentate fino a $22,72 miliardi, con aumento del 15 percento rispetto ai $19,74 del primo trimestre 2014.
Un boom vero e proprio si è visto per quanto riguarda il reddito operativo, che ha raggiunto $255 milioni e facendo così registrare un aumento del 74 percento rispetto ai $146 milioni dell’anno scorso.
Nonostante i numeri molti alti e la crescita, non è tutto oro quello che luccica. Il primo quarto ha infatti ha fatto registrare una perdita netta di $57 milioni, o $0.12 di utile diluito, paragonato con un reddito netto di $108 milioni, $0.23 per utile diluito, nel primo trimestre del 2014.
Tra gli eventi più importanti dell’anno per la compagnia sono stati citati il lancio del Dash Button, le nuove funzioni per Fire TV e Fire Stick, l’espansione di Amazon Prime, e tutti i prodotti degli Amazon Studios.
Nel comunicato stampa viene tuttavia fatta una menzione particolare agli Amazon Web Services, vediamo insieme perché.
AMAZON WEB SERVICES
Gli Amazon Web Services sono un servizio relativamente recente, offerto da Amazon alle aziende. Sono costituiti da una gamma di strumenti come i servizi email o di analisi. Si sapeva che il servizio stesse riscuotendo un buon successo tra aziende e sviluppatori indipendenti (e infatti gli Amazon Web Services rappresentano l’1% del traffico internet nel Nord America), ma fino a oggi mancava qualche cifra più precisa sull’argomento.
Oggi tuttavia Amazon ci è venuto incontro, offrendoci una panoramica dello stato del servizio per la prima volta. Quello che ne emerge è che l’insieme degli Amazon Web Services “rappresenta un business da $5 miliardi e continua a crescere”. Solo nel primo trimestre del 2015, le entrate registrate superano il miliardo e mezzo di dollari (contro il miliardo e poco più dell’anno scorso), mentre i profitti si assestano sui $265 milioni, cifra che non è servita comunque a “salvare” la compagnia della perdita netta generale di $57 milioni.
Secondo Forbes, circa il 75 percento delle aziende utilizzerebbe un servizio cloud o on-demand computing. Nel 2014 le compagnie che hanno incassato più soldi grazi ai servizi cloud offerti sono IBM, Salesforce, Amazon appunto, Microsoft e Oracle. Qualche tempo fa vi avevamo raccontato di come anche Alibaba, il colosso cinese dell’e-commerce, fosse pronto ad aprire nella Silicon Valley la sede di una nuova sezione per i servizi cloud e on-demand computing, chiamata Aliyun.