Apple dovrà pagare un indennizzo di $532,9 milioni a Smartflash per aver sfruttato senza licenza i brevetti di quest’ultima.
La corte di Tyler, cittadina texana dove Smartflash ha sede legale, sostiene che iTunes usi tre brevetti di Smartfish senza le dovute licenze. I tre brevetti in questione riguardano il DRM, la gestione dei dati salvati e il sistema di pagamento. L’indennizzo è minore rispetto a quanto richiesto da Smartflash ($852 milioni), ma molto maggiore rispetto a quanto Apple aveva quantificato (4,5 milioni).
I TROLL DEI BREVETTI
Smartflash è un’azienda, per così dire, particolare. Smartflash non ha impiegati e non produce nulla. Smartflash è un patent troll. Un patent troll brevetta invenzioni per prodotti che non produrrà mai e aspetta che un’altra azienda inventi qualcosa di simile o uguale a quello brevettato e mai messo in atto dal patent troll.
Successivamente, i casi sono due. Il primo: l’azienda scopre che l’invenzione è già stata brevettata e quindi abbandona l’idea o paga il patent troll per poter sfruttare il brevetto. Nel secondo caso, invece, l’azienda non scopre che l’idea è già stata brevettata o si rifiuta di pagare. Il patent troll allora si prepara, aspetta il momento giusto e fa causa all’azienda.
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Questo è ciò che ha fatto Smartfish contro Apple. Smartfish ha inoltre intentato cause simili contro Amazon, Google e Samsung. Apple annuncia che farà sicuramente ricorso in appello. Kristin Huguet, portavoce di Apple, sostiene che ‘i nostri impiegati hanno dedicato anni all’innovazione di queste idee’.
Lasciando perdere i dubbi di tipo etico sulla natura del loro non-lavoro, i patent troll rischiano di rallentare l’innovazione, soprattuto negli USA, dove la pratica è più diffusa. Una riforma del sistema dei brevetti, quindi, è un prioritario interesse di aziende e consumatori.