Un individuo incappucciato, schermi che proiettano un logo misterioso, e sotto la scritta:
“Posso liberarvi dalla politica corrotta. Cosa siete disposti a darmi in cambio?”
Questo è quello che vi aspetta entrando nel sito internet di CrowdFundKill, una web-serie italiana che sta provando a trovare lo slancio giusto tramite un’operazione di crowdfunding. La trama ruota attorno a una giovane rock band milanese, contattata da un anonimo produttore che la iscrive a una raccolta fondi per progetti musicali. Ma dietro a questa innocua operazione si nasconde qualcosa di più grosso: parallela alla raccolta fondi per la band infatti parte anche un’operazione per eliminare i politici corrotti in Italia. Polizia, hacker, giornalisti: la vita della band cambia per sempre, mentre i piani del produttore sono solo all’inizio…
La serie non è ancora disponibile, attualmente è ancora in fase di raccolta fondi e potete contribuire accedendo a questo link. Di seguito il trailer:
Interessati al progetto e alla sua natura digitale, abbiamo contattato Davide Carafòli, autore e regista della serie.
Davide, raccontaci come nasce CrowdFundKill.
In realtà il progetto è nato da qualcosa di completamente diverso. Tra le mie tante passioni infatti c’è anche l’essere musicista, e due anni fa volevo produrre un cd. Ho così contattato Musicraiser, la nuova piattaforma di raccolta fondi per progetti musicali. Era un periodo particolare, si usciva da una situazione delicata con la speranza di una ripresa, e invece quella speranza è stata affondata. Da questa situazione di ricerca per un progetto musicale mi è venuto in mente tutt’altro… mi sono chiesto: cosa succederebbe davvero se all’interno di una nazione come la nostra potessi, schiacciando un pulsante, fare in modo che un mio desiderio si realizzasse? E nel mio caso mi sono chiesto cosa sarebbe successo se utilizzando le nuove tecnologie qualcuno avesse raccolto fondi per poi eliminare la classe politica corrotta, e tutto ciò che ci sta lentamente e inesorabilmente portando giù.
E poi?
Su consiglio di una mia amica regista ho cominciato a scrivere, a mettere per iscritto queste mie idee, e in men che non si dica mi sono ritrovato tra le mani un soggetto di una trentina di pagine. Da lì hanno cominciato a prendere vita trame, sotto-trame, gli stessi personaggi… e così è nato CrowdFundKill.
Come mai una webseries?
Io sono un creativo a 360°, mi occupo di musica, web, multimedialità, video, viral. Facendo già parte del mio DNA, prendere e realizzare un progetto online era la soluzione più vicina al mio metodo di espressione.
Come nasce in concreto?
In maniera del tutto naturale. Poco alla volta, mentre scrivevo il soggetto mi venivano in mente i volti dei protagonisti. Ti faccio un esempio: Barbara Sirotti. Lei è una bravissima attrice, già esperta di serie tv online, e mentre scrivevo il personaggio della giornalista mi veniva in mente lei, e così è nata Barbara Siretto. Durante la stesura del copione avevo ben presente chi volevo, e poco alla volta ho contattato queste persone e tutti mi hanno detto di sì, e questo è stato bellissimo.
Del progetto fa parte anche Andrea Fumagalli, Andy, tastierista tra gli altri anche dei Bluvertigo.
Averlo a bordo è veramente fantastico. Gli ho mandato un messaggio su Facebook dopo un concerto dei Bluvertigo, dicendogli che avevo un progetto in mente che avrei voluto realizzare e che ero convinto lui sarebbe stato perfetto. Non l’ho più sentito per un po’ di tempo, del resto è un uomo veramente impegnato, un artista eclettico, straordinario. Dopo qualche settimana mi ha contattato dicendosi interessato. Non è solo professionale oltre misura, ma anche molto disponibile. Io sono un romantico, e queste cose mi colpiscono sempre.
Creare una serie tv, sia per la tv o per internet, non è un’impresa facile. Chi ti ha aiutato nelle realizzazione?
Ci sono state due persone risolutive nel progetto. Il primo è il direttore della fotografia Fabio Possanzini, che fin dal primo momento ci ha creduto e si è buttato anima e cuore. A volte ci siamo anche scontrati, perché ovviamente ci sono esigenze di regia, produzione, o fotografia, ma lui ha sempre mantenuto i piedi per terra. Un altra figura fondamentale è il direttore di produzione, Filippo Broglia. Il progetto è molto ambizioso, ci sono 6 location e 12 attori principali, e una volta andati in produzione la struttura crescerà ancora. Quando Filippo ha preso in mano il progetto ho capito che le cose stavano diventando serie: non mi ha mai detto no, mi ha sempre dato alternative, e così tutto il gruppo di lavoro si è adeguato a una strada accennata e che piano piano abbiamo delineato insieme.
Il crowdfunding è uno dei temi principali del tuo progetto, ma ne è anche una parte strutturale.
Mi ha affascinato da subito. Penso sia un’idea affascinante e vincente allo stesso tempo. Mi fa gioco a livello narrativo di sicuro, perché inserirlo nella realtà diventa un elemento molto forte. Da un punto di vista produttivo è più impegnativo: siamo partiti dal basso e io ho una fanbase calorosa, ma ci serve di più. Sarebbe bellissimo potere finanziare tutta la serie tramite crowdfunding, ma non mi faccio illusioni. Del resto anche in CrowdFundKill a un certo punto succede qualcosa di incredibile e la raccolta fonti subisce un’impennata, quindi tengo comunque le dita incrociate!
La tua provocazione di raccogliere fondi per eliminare i politici non dev’essere stata un passpartout quando eri alla ricerca di sponsor…
Effettivamente qualcuno si è tirato indietro, perché l’argomento è stato definito “troppo forte”. Molte aziende mi hanno citato Una Mamma Imperfetta di Cotroneo, autore che personalmente ammiro tantissimo. Tuttavia se un progetto parte con dietro RCS, Corriere della Sera, prima serata sulla Rai…
Non si può certo definire web-serie secondo i canoni più underground.
Infatti, non è una serie per il web! E’ un progetto televisivo (infatti realizzato benissimo, con un grandissimo staff alle spalle), ma non è una serie web. Le serie web come le intendo io sono Lost in Google e Freaks!. Produzioni di impatto produttivo minore e che tuttavia trovano dalla fanbase a salire una serie di riscontri che interessano il pubblico diretto. Cotroneo ha fatto un lavoro eccellente, ma se un’azienda mi chiede qualcosa in stile Cotroneo vuol dire che non ha capito la natura del progetto… E’ chiaro che – come hai detto tu – la mia è solo una provocazione, ci mancherebbe che a me passi anche solo per la testa di uccidere i politici! Se tu potessi con un tasto annullare questo difetto di programmazione del nostro sistema, un sistema Italia, non lo faresti? Il mio sogno è qualcuno dica ora basta, ora la facciamo finita.
La serie andrà in onda anche se non raggiungerai il tuo obiettivo di crowdfunding?
Domanda da un milione di euro! Parti dal presupposto che fin qui ho autoprodotto tutto. Chi ha visto il prodotto ha percepito che è mia intenzione fare una serie web che esca dai canoni delle serie web. Quello che posso garantirti è che, superata una certa cifra, io comincerò a produrre le prime puntate, quanto meno per dare un assaggio di quello che vogliamo fare.
E nel caso le cose andassero bene? Quanti episodi hai in mente, e hai già in mente un’eventuale “fase 2”?
C’è una serie di 10 episodi da 10 minuti, e questa sarebbe la prima stagione. A seguire ci sarà una seconda stagione. Insieme agli sceneggiatori (fortunatamente insieme a me c’è un team veramente notevole) ci siamo immaginati anche una fase 3… ma vedremo.
Intendi film, serie tv, stagione 3…?
Io ho un’idea, un sogno, e sarebbe quello di fare un film. Però preferisco partire piano, e poi crescere…
Qual è lo stato delle web-serie in Italia?
I progetti web stanno assumendo una dignità veramente notevole. Penso ad esempio al progetto Dylan Dog che sta partendo dal basso e che se non fossimo in Italia probabilmente ora sarebbe già stato acquistato da HBO. I ragazzi sono stati bravissimi, hanno ricreato il sapore di Dylan Dog in una maniera fantastica… Poi l’Italia è sempre indietro.
In che senso?
Siamo ancora troppo, troppo attaccati alla televisione. Internet è arrivato in Italia nel ’95-’96 ed è da almeno una decina di anni che si usa massivamente, poi c’è stata l’esplosione nel 2007 grazie ai social network. Dovremmo essere un po’ più educati a cercare i contenuti, e sfruttare le piattaforme per il loro potenziale. A cosa serve Twitter se poi lo uso per parlare di quello che sto vedendo in televisione? Quello che vorrei è una classe giovane che sia più sensibile ai temi sociali e a quello che le accade attorno.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Alcuni sono ancora abbozzi e preferisco tenerli per il futuro, altri sono pronti. Il primo è Il Blues di Malaussène, ispirato alle favole di Pennac. Ho scritto le musiche e canto sul palco, sarà uno spettacolo che porterò tra gennaio, febbraio e marzo in alcuni teatri di Milano. Poi qualcosa di più visivo, una mostra insieme ad altri artisti, in cui esporrò tele sul tema del troppo vicino: a volte stiamo troppo vicini alle cose e non riusciamo a vederne i contorni. Spesso dovremmo fare un passo indietro per capire qualcosa, cercare di collocarlo.
Una grande passione per la musica insomma, come si vede già dal fatto che i protagonisti della serie siano i membri di una rock band.
Si è vero. Abbiamo anche scritto e prodotto un brano ad hoc, chiamato Music is Freedom. Lo si può sentire nel trailer.
In bocca al lupo per la raccolta fondi allora, speriamo vada tutto bene!
Grazie, crepi!
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