Il 29 settembre scorso Facebook ha annunciato Atlas, il suo nuovo Ad Network, sistema di pubblicità comprato nel 2013 da Microsoft.
Il suo funzionamento non è molto diverso da quello delle pubblicità targhettizzate offerte attualmente da Google o da Facebook stesso. Ci sono però delle differenze.
I cookies sono le stringhe di codice che consentono di tracciare e memorizzare le azioni degli utenti su specifici siti internet. Il loro utilizzo in rete ormai è la norma, soprattutto per lo sviluppo delle odierne pubblicità digitali, e tuttavia hanno una grande pecca: da ottimi “segugi” su desktop, i cookies però non hanno la stessa efficacia sui dispositivi mobili. Atlas funziona sui dispositivi mobili e cercherà di appaiare l’identità del nostro PC con quella del nostro smartphone o tablet.
Inoltre, Atlas cercherà di capire quando qualcuno effettua un acquisto in un negozio fisico, non solo online. Ma come funziona? Avendo a disposizione una grandissima quantità di dati personali, il sistema può fare combaciare le informazioni ricevute da uno specifico brand con le informazioni ricavate online. Questo significa che un’azienda X, ad esempio Diesel, darà i dati dei suoi clienti ad Atlas, che cercherà nel suo database quanti di quei clienti avevano visto una pubblicità online di Diesel e informerà il suo cliente con la percentuale di clienti che hanno comprato dopo aver visualizzato la sopracitata pubblicità.
In un’annata che ha visto il problema della privacy online diventare ancora più pressante e preoccupante, sorge spontanea una domanda: forse è arrivato il momento di cancellare il proprio profilo di Facebook?
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