In un interessante articolo pubblicato oggi su The Bookseller, Sarah Shaffi e Joshua Farrington hanno offerto una panoramica sui metodi di vendita adottati negli ultimi tempi dalle principali case editrici inglesi.
E’ un periodo di grande cambiamento per l’industria, e gli editori sono ancora alla ricerca di quello che può essere il sistema più efficace di raggiungere i propri clienti. La parola d’ordine è innovare: a volte si può sbagliare, ma tentare è l’unica possibilità se si vuole contrapporre una valida strategia al modello-Amazon. Trovare il modo di creare validi sistemi di vendita D2C (direct to consumer), ovvero eliminare gli intermediari e vendere direttamente al lettore, sembra essere il nuovo Graal dell’editoria moderna.
Come anticipato settimana scorsa, HarperCollins ha implementato il proprio sito, incentivando i propri autori a vendere sulla sua piattaforma. Penguin Random House per esempio ha lanciato in settimana una nuova strategia di audience segmentation, riunendo lettori con simili comportamenti, nella speranza di capire cosa vuole il mercato, e come.
Charlie Redmayne, CEO di HarperCollins UK, ha dichiarato:
“Costruire un relazione diretta con i consumatori è una parte integrale della strategia di ogni moderno editore. Dobbiamo continuare a supportare i nostri partner, siano essi tradizionali o digitali, e considerare fondamentale il mantenimento del maggior numero di canali di vendita.”
L’esistenza di quei “tradizionali partner” chiamati librerie quindi è ancora visto come essenziale in un’ottica di vendita. Lo tsunami scatenato dalla crescita esponenziale degli e-tailer à la Amazon ha senza dubbio fatto sì che gli editori ripensassero in toto il loro sistema di distribuzione e tutta la politica di prezzi, con importanti conseguenze. E’ verosimile allora che gli editori siano i primi a volere mantenere lo status quo pre-Amazon, seppur innovando, in quanto tenere il coltello dalla parte del manico è senza dubbio più vantaggioso (la bagarre Amazon-Hachette ne rappresenta palesemente l’esempio più eloquente).
L’interesse verso la letteratura resta comunque alto. Infatti, come suggerisce il CEO di Faber Press Stephen Page:
“Oggi è più difficile per la letteratura trovare persone, non per una mancanza di lettori, ma perché la reperibilità online è più difficile. Un tempo avevamo sei catene di punta e ora abbiamo Waterstone’s, che fa un grandissimo lavoro, ma deve comunque pensare ai propri affari. Così a noi tocca creare un canale nostro. Vogliamo il maggior numero di canali possibile, e uno di quei canali siamo noi stessi.”
Una casa editrice che sembra avere costruito un buon ingranaggio con il sistema di vendite dirette è Verso. Rowan Wilson, direttore vendite e marketing dell’azienda, ha dichiarato di essere rimasto travolto da questo sistema, che è andato ben oltre le loro più rosee aspettative. Il punto forte è offrire titoli accademici di difficile reperibilità attraverso i normali canali di vendita.
Proprio Hachette, citata poco fa, è una delle case editrici più impegnate nel rinnovamento digitale. Recentemente è stata allacciata una partnership con buyapowa, compagnia di social selling, e, proprio come Verso, puntare su titoli speciali sembra essere la nuova strategia. In particolare, Hachette ha messo in vendita un’edizione di Remembered for a While di Nick Drake al prezzo di £150. Vendere queste edizioni speciali in libreria è molto difficile, in quanto potrebbero danneggiarsi, e altrettanto difficile è venderle attraverso un e-tailer, per via della vastità dell’offerta che privilegia titoli con una diversa fascia di prezzo.
Il direct selling o D2C sarà la risposta definitiva al monopolio Amazon? Può essere. Profilare l’offerta e cucirla attorno al lettore potrebbe essere la mossa vincente in questo gioco di scacchi digitale. L’interesse da parte del colosso di Jeff Bezos verso altre iniziative (come la creazione di contenuti multimediali originali) potrebbe fare il resto. La risposta definitiva la sapremo solo tra qualche anno.