Come ormai ben saprete, ieri è uscito in tutto il mondo The Girl in the Spider’s Web, in Italia tradotto con Quello che non uccide. Forse lo conoscete con la nomenclatura più libro-chic di ‘Millennium 4‘, in quanto quarto volume della saga Millennium creata dal compianto Sieg Larsson.
A scrivere questa quarta avventura della meravigliosa coppia Lisbeth Salander & Mikael Blomkvist ci ha pensato David Lagercrantz, autore sul quale si sono addensati mesi di dubbi: sarà in grado di portare avanti la dinastia di Larsson oppure lascerà tutti noi fan hardcore con un pugno di mosche e un retrogusto sgradevole?
Dopo il silenzio voluto dalla casa editrice che ha pubblicato il libro, finalmente siamo in grado di addentare questo libro così tanto chiacchierato e atteso. Innanzitutto ad esempio sappiamo di cosa parla.
LA TRAMA DI ‘QUELLO CHE NON UCCIDE’
Quello che non ti uccide ruota attorno a una richiesta di aiuto che il nostro Blomkvist riceve da una persona in pericolo, una persona che già in passato ha lavorato con Lisbeth. L’attività informatica di Lisbeth ha fatto sì che un pericoloso gruppo informatico denominato The Spiders la prendesse di mira. Scusate la cripticità, ma non voglio in nessun modo rovinarvi il piacere di scoprire la trama pagina dopo pagina!
Le prime recensioni del libro sono molto positive. Soprattutto prevale la sensazione piacevole che sì, Lagercrantz è riuscito a ricreare un clima molto simile a quello di Larsson, con una narrativa scorrevole ma pronta al colpo di scena.

LE PRIME RECENSIONI INTERNAZIONALI
Jake Kerridge del Telegraph arriva addirittura a dire che per molte pagine si è dimenticato che il libro non fosse un “genuine Larsson”. In un passaggio molto interessante, Kerridge sottolinea come la somiglianza sia tale che persino i difetti di Larsson sembrano presenti in Quello che non ti uccide:
“[Tra gli esempi di imperfezioni tipiche di Larsson] c’è la capacità – a volte – di essere noiosi. Nei libri originali infatti spesso ci si dilunga in maniera eccessiva sui particolari di personaggi minori. Questa era una caratteristica molto irritante, in quanto mi pare che pochi dei suoi personaggi abbiano davvero preso vita, mancando anzi di una profondità che sarebbe facile aspettarsi da libri così lunghi. Lo stesso Mikael Blomkvist, in fondo, rimane un personaggio a due dimensioni.”
Mark Lawson del Guardian si spinge anche più in là, andando ad affermare che Quello che non ti uccide è “una lettura più avvincente e ‘pulita’ rispetto agli originali, nonostante segua lo stesso procedimento lento e metodico di costruzione della trama.”
LE CRITICHE AL LIBRO
Ci sono tuttavia alcune critiche, come ad esempio quelle che Michiko Kakutani non ha risparmiato dal suo editoriale sul New York Times. La Kakutani ha obbiettato che il romanzo è pieno di falle, come ad esempio il voler collegare a tutti i costi gli operati poco puliti di un’hacker svedese con la National Security Agency americana.
A differenza di Kerridge tuttavia, la Kakutani apprezza la profondità dei personaggi, che addita come principali artefici del successo della serie. A suo parere sarebbero stati loro, e non la trama, a far vendere più di 75 milioni di copie ai primi tre volumi di Millennium.
Anche il Washington Post non ci è andato leggerissimo, sottolineando una certa pretenziosità in passaggi troppo scientifici per il lettore medio. Questo potrebbe quindi risultare in un elemento di noia per molti.
La sensazione comunque è che in generale il libro piaccia, e che i lettori siano molto contenti di rivedere Lisbeth e Mikael ancora tra noi. In un certo senso insieme a loro riusciamo anche a rivedere il bel faccione di Stieg.